sabato, settembre 09, 2006

Natascha, restano i misteri

«Ha fatto innamorare l'Austria» dice la stampa. Ma alcuni giornali mettono in dubbio i suoi racconti. Giallo sul rapporto con Priklopil

Natascha Kampush durante l'intervista alla tv austriaca Orf (Afp)
Natascha Kampush durante l'intervista alla tv austriaca Orf (Afp)
VIENNA (Austria) — Quaranta minuti d'intervista in tv e 22 pagine sui giornali non bastano a spiegare la vita e la fuga della schiava. Natascha Kampusch s'è scelta le domande, per sette ore ha voluto rivedere la registrazione negli studi dell'Orf, ha chiesto che certe risate troppo squillanti venissero «ripulite» dai tecnici del suono. C'era anche un segnale, convenuto con l'intervistatore: ogni volta che lei prendeva in mano il bicchiere d'acqua, stop, fermi tutti, significava che la domanda non era stata concordata e quindi bisognava tagliare. Natascha ha parlato molto. Ha commosso. «Ha fatto innamorare l'Austria», scrive l'Österreich. Ma dubbi, misteri, domande restano. Su quel volto solare. Sui racconti contraddittori. Sul rapporto coi genitori. E il Kurier avanza un sospetto: «Alcune risposte sembravano preformulate».
CHILI RIPRESI — Avevano detto che la ragazza pesava 42 chili. Cresciuta per otto anni senza mangiare frutta, verdura o latticini. Solo würstel e biscotti. Le immagini del primo giorno da libera, quelle con la coperta addosso, mostravano gambe con macchie e segni d'una persona denutrita, malconcia. In tv è apparsa in forma, ben truccata (ha fatto da sé, comprese le ciglia finte). Della reclusione, nessuna traccia. Un particolare strano: Natascha ha insistito per apparire, anche nei servizi fotografici, col capo sempre coperto da un foulard o da un basco. Il perché è ancora un mistero.
LA FUGA — L'aspirapolvere acceso, la porta lasciata semichiusa: alla polizia, ai giornali e in tv, la fuga va per racconti differenti. La confusione è comprensibile. Da una parte Natascha dice che non ha mai tentato di scappare, dall'altra racconta che una volta sul Gürter, un grande viale di Vienna, provò a buttarsi dall'auto in corsa. Ha ammesso d'essere stata in gita con Priklopil, a 300 km da Vienna. Ma solo perché l'ha scoperto la polizia, mettendola a confronto con un testimone che aveva riconosciuto l'uomo sui giornali.
IL TABÙ PRIKLOPIL — Che rapporto c'era fra Natascha e il suo carnefice? Naturalmente, è qui che la ragazza mostra d'essere più fragile. Prima ha ammesso «contatti sessuali» (s'è parlato anche d'una gravidanza), ha difeso Priklopil in pubblico, ha voluto portare il lutto per la sua morte. Ora non vuole domande su dettagli intimi, lo chiama «il delinquente» e un'«anima cattiva», spiega che gli avrebbe volentieri tagliato la testa. Prima gli vive accanto come una moglie, poi racconta che era tutto terrorizzante. «A volte — dice Natascha — mi ha proposto come potevo ingannarlo, è come se nella sua paranoia volesse che io una volta o l'altra diventassi libera, che qualcosa andasse storto, che la giustizia alla fine trionfasse». È stato lui a lasciarla andare? E perché proprio adesso?
I SILENZI SUL PADRE — L'ultima volta che la ragazza l'ha visto, fu il giorno prima del sequestro. Allora, l'adorava: aveva il passaporto sempre in cartella per andare a trovarlo in Ungheria, dove lui viveva separato. Ora, lo vuole distante più di mamma Brigitta. Sogna una crociera, ma con la madre. Non esclude di tornare un po' in famiglia, ma con la madre. C'entra l'atteggiamento dell'uomo: concede interviste a pagamento, polemizza con lo staff psichiatrico (che lo tiene alla larga), chiede allo Stato di riavere i 13 mila euro d'assegni familiari che gli negarono dopo la scomparsa della figlia... Quando parla dei genitori, Natascha è gelida e paradossale: «Io li amo, non c'è stata alcuna lite. Ma ho molte cose da fare, adesso. Non ho tempo per dedicarmi a loro».
LA MAMMA LONTANA — Martin Wabel, un giudice che s'è occupato del caso e tempo fa si candidò anche alla presidenza austriaca, insiste: Priklopil era un conoscente della famiglia Kampusch. Il padre ha smentito. La madre, no. In passato, Brigitta ha già denunciato Wabel per calunnia, facendolo condannare: «È inaudito che adesso tornino in giro queste voci», dice. L'aguzzino certo ha plagiato la ragazza: «Priklopil mi diceva che i miei genitori non volevano pagare il riscatto». È strano però che proprio Natascha, così lucida e comprensiva perfino per la madre del suo sequestratore, diffidi ancora della famiglia: domenica ha accettato di rivedere mamma Brigitta, la seconda volta in due settimane, ma ha chiesto fossero presenti dei poliziotti. Perché? «Solo Natascha — scrive Der Standard — può dirci la verità».
Francesco Battistini

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NATASCHA: RECORD DI AUDIENCE,AUSTRIA STREGATA DA SUA MATURITA'
(AGI) - Vienna, 7 set. - L'intervista tv di Natascha ha stregato l'Austria: all'indomani della sua prima apparizione pubblica, l'intero Paese si dice ammirato dal grado di maturita' psicologica, dall'enorme proprieta' di linguaggio e dalla straordinaria forza d'animo mostrati da una ragazza di 18 anni rimasta per piu' di otto segregata in uno stanzino sotterraneo. Sono stati piu' di 2,5 milioni, con oltre l'80 per cento di audience, record mai raggiunto in precedenza nemmeno dai mondiali di calcio, gli austriaci rimasti incollati davanti al televisore, mentre lo stesso hanno fatto anche 7 milioni di tedeschi un'ora e mezza piu' tardi con la trasmissione in differita.
Intanto un sondaggio ha rivelato che il 95 per cento degli austriaci trova Natascha "simpatica", il 97,7 per cento "sicura di se'", il 96,6 per cento ammira la sua "forte personalita'" e l'87,6 per cento la trova "attraente". Il direttore del settimanale "News", che ha pubblicato un'altra intervista con Natascha, ha annunciato di volerla proporre per l'elezione di donna dell'anno al concorso "Women's World Award". "Tutta l'Austria si e' innamorata di Natascha", ha scritto oggi il nuovo quotidiano "Oesterreich", mentre il suo direttore Wolfang Fellner ha gia' lanciato una provocatoria domanda che sta gia' facendo dibattere tutto il Paese. "Perche' - ha scritto - una ragazza che non ha mai frequentato la scuola sa piu' del mondo e della vita rispetto agli studenti che devono sgobbare sui libri otto ore al giorno? Cos'e' che va storto nel nostro sistema scolastico?". E di rimando un lettore pone sul blog del giornale una domanda analoga: "`Come e' possibile che otto milioni di austriaci impallidiscano davanti ad una ragazza di 18 anni, quando si rendono conto che loro stessi riescono a mala pena a formulare una frase compiuta? Natascha Kampusch e' una sfida a colmare il loro deficit culturale". Ma la risposta ad entrambe le domande l'ha fornita la ragazza stessa, quando ha spiegato come abbia fatto a procurarsi un'istruzione come quella che ha messo in mostra. "Ho sempre cercato di essere migliore della gente che stava fuori - ha detto - o almeno di essere uguale. Ho avuto sempre la sensazione di avere un grosso gap culturale da colmare, per questo ho cercato di istruirmi sempre di piu'". Ma dall'intervista sono emersi anche aspetti insospettati sul rapporto avuto da quella che all'inizio era una ragazzina di dieci anni e il suo sequestratore, di 26 anni piu' anziano. "Mi sono sentita sempre piu' forte di lui, che aveva una personalita' labile - ha spiegato Natascha - Anche se non ho avuto una famiglia felice, la mia si e' occupata amorevolmente di me, con i miei genitori che mi hanno sempre fatto sentire che mi amavano. Lui questo non lo ha avuto, in un certo senso gli mancava la sicurezza di se', gli e' mancata la protezione". (AGI) (AGI) - Vienna, 7 sett. - "Gia' poche ore dopo il mio rapimento mi sono resa conto che gli mancava qualcosa, che aveva come un deficit". Impressionante e' stata la freddezza con cui la ragazza ha narrato il suo stato d'animo subito dopo il rapimento. "Mi sono detta: questo ti ammazza comunque, dunque e' meglio se tu sfrutti le tue ultime ore o gli ultimi minuti per cercare di fare qualcosa di sensato, di fuggire o magari di convincerlo. Gli ho anche spiegato che il suo obiettivo non avrebbe avuto successo, che l'ingiustizia commessa non avrebbe pagato e la polizia lo avrebbe arrestato".
La capacita' di imporsi della ragazzina di allora e' stata cosi' forte da costringere il suo rapitore a farle festeggiare il suo compleanno, Natale e Pasqua. "E' evidente - ha spiegato - che ho festeggiato queste ricorrenze con il signor Priklopil, sono stata io che l'ho costretto a festeggiare con me! Mi ha regalato molti doni di Natale e le uova di Pasqua. Era evidentemente persuaso che almeno in questo modo egli dovesse offrirmi una qualche ricompensa o mettermi nelle stesse condizioni di chi fuori viveva una realta' normale". "Credo che avesse una coscienza molto, molto cattiva. Lui cercava terribilmente di non darlo a vedere e di negarlo, ma proprio questo mostrava che aveva una cattiva coscienza". Uno squarcio inedito nella psicologia del suo rapitore e' arrivato quando Natascha ha detto che Priklopil negli ultimi tempi si era rassegnato a perderla. "A volte mi ha proposto come potevo ingannarlo, e' come se nella sua paranoia volesse che io una volta o l'altra diventassi libera, che qualcosa andasse storto, che la giustizia alla fine trionfasse". "Alcuni mesi prima della mia fuga - ha proseguito Natascha - gli ho detto: io non posso piu' vivere cosi', certamente tentero' di fuggire.
D'altra parte avevo la terribile preoccupazione di rovinare a sua madre, agli amici, ai vicini e conoscenti l'immagine che avevano di lui, di distruggerla".