sabato, settembre 09, 2006

«Assumiamo uomini in nidi e asili»

«Ben vengano i baby sitter in pantaloni... Non solo nelle case ma anche negli asili e nei nidi. Per la crescita armonica di un bambino servono le cure di mamma papà. E poi i ragazzini con i baby sitter maschi si divertono di più... ».

Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e presidente del Movimento bambino, applaude alle coppie inglesi, si schiera dalla loro parte. I genitori inglesi ripudiano le baby sitter in gonnella, preferiscono assumere uomini più energici per accudire i loro pargoli di età pre scolare. Dottoressa, questa scelta sta dalla parte dei minori?

«Gli uomini che si interessano di allevare i bambini sono uomini di pace che preparano alla pace. Mi spiego meglio. È importante che dalla prima infanzia insieme alla figura femminile sia presente anche quella maschile. I figli si allevano in due: i ruoli sono diversi ma le funzioni sono intercambiabili.

Tutti e due possono dare da mangiare a un bimbo, accarezzarlo, cambiarlo, metterlo a nanna». Però negli asili e nei nidi uomini latitano… «Ed è un vero peccato. Io ritengo che la presenza maschile sia fondamentale così quanto quella femminile. Non capisco perché le amministrazioni non assumano anche personale maschile».

Conosce strutture in cui lavorano entrambi i sessi? «Nei kibbutz ci sono tutti e due. La logica è semplice: tu sei una persona che si prende cura dei bambini, punto. È irrilevante che sia maschio o femmina».

Uomini che abbandonano la carriera per la famiglia, baby sitter al maschile. Le donne non stanno perdendo la loro identità? «No assolutamente. Semmai sono gli uomini a guadagnare, perché esplorano mondida cui sono stati tenuti fuori da secoli».

Questa tendenza inglese potrebbe essere importata in Italia?

«Certo. Ci sono già molti ragazzi disposti a fare lavori fino a ieri prerogative delle donne. Come le pulizie o i baby sitter appunto. E ho potuto verificare che i ragazzini italiani preferiscono gli uomini: c’è una capacità di giocare tipica dei maschi perché sono più attivi e creativi nel gioco.
Per contro si fanno obbedire di più, sono più autorevoli».

il Giornale  Martedì 5 settembre 2006