giovedì, agosto 24, 2006

Pediatri: «I bambini vogliono una mamma e un papà»

I bambini sono più tradizionalisti degli adulti; forse non era necessario scomodare i pediatri per sapere che ai nostri piccoli sono graditi papà e mamma “regolari”. Insomma, pare che i bambini, avvezzi ormai a videogiochi e telefonini, siano molto meno “moderni” per quel che riguarda la famiglia: lontani mille miglia dalle lusinghe della società che cambia, continuano infatti a preferire l’altare per mamma e papà.

Lo afferma il pediatra Italo Farnetani, dell’Università degli Studi di Milano, che spiega come piccoli e adolescenti preferiscano il matrimonio, civile o religioso, alle convivenze e ai cosiddetti Pacs, i Patti civili di solidarietà che sono tornati a dividere il centrosinistra, dopo le dichiarazioni della senatrice della Margherita Paola Binetti, al meeting di Cl a Rimini.

E i bambini, non c’è dubbio, sono al di sopra di ogni sospetto: «Non si tratta ovviamente di una scelta politica - specifica l’esperto - ma di una questione di sicurezza e di bisogno, da parte di bimbi e teenager, di omologarsi alla maggioranza. Fin quando i figli di coppie sposate continueranno ad essere più numerosi della prole dei conviventi, infatti, questi ultimi continueranno ad avvertire il marchio della diversità, percepibile già dall’età di quattro anni».

I bambini, dunque, non amano le famiglie allargate, i genitori conviventi, e, men che meno i genitori dello stesso sesso e continuano a credere, a ragione, oseremmo dire, che sia meglio avere mamma e papà che si sono detti “sì”. “E questo perché - puntualizza il pediatra - bimbi e adolescenti sono alla ricerca di sicurezza, e sanno perfettamente che il matrimonio offre qualche garanzia in più».

Certo, se l’alternativa alla convivenza è la separazione, “ovviamente i piccoli optano per l'unione di mamma e papà, sposati o conviventi che siano”. Una concessione, come il minore dei mali, per convivenze e possibili Pacs, se mai arriveranno, ma un deciso no, senza alcuna riserva per eventuali adozioni di piccoli da parte di coppie omosessuali.

«L'85% dei pediatri - afferma Farnetani ricordando i dati di un’indagine presentata al 28esimo Congresso europeo di pediatria, a Madonna di Campiglio - è infatti contrario a questa possibilità. Per una crescita e uno sviluppo corretti, i bambini hanno bisogno di un modello maschile e di uno femminile, ben identificabili. L'alterazione dei modelli di riferimento all’interno della famiglia - continua il pediatra - causa una disarmonia nello sviluppo del bambino, fonte di una pericolosa confusione».

Una tesi che non appare ai più come una grande scoperta e che rinfranca tutti coloro che “sono per la famiglia” nel senso più tradizionale del termine.

Ma anche in una famiglia tradizionale, sottolinea il pediatra, «va evitata la confusione di ruoli. La donna ha il diritto di lavorare, realizzarsi professionalmente, mentre l’uomo deve dare una mano in casa. Ma il papà non deve trasformarsi in ’mammo’ e viceversa».

I bambini, secondo il pediatra, hanno in testa un’idea ben precisa della famiglia e dei ruoli dei suoi protagonisti: “Se dovessimo usare una metafora - conclude - potremmo dire che al papà spetta il ruolo del ministro degli Esteri, ovvero deve far sì che la famiglia interagisca, collabori e si difenda dall’ambiente esterno.

Alla mamma spetta invece quello del ministro degli Interni, deve cioè garantire la tranquillità all’interno delle mura domestiche».

Insomma, i bambini italiani hanno le idee chiare. Gli adulti, forse un po’ meno, come dimostra il gonfiarsi della polemica, a destra e a sinistra, in seguito all’intervento della senatrice della Margherita Paola Binetti sul palco di Rimini, dove è in corso il meeting di Cl . La legge sulle coppie di fatto è tornata a dividere l’Unione, con la Binetti che, da cattolica, esclude qualsiasi intervento sulla materia, e il pubblico che comunque la fischia al grido di “Venduta” e “Giuda”.

Forse dovrebbero tutti semplicemente guardare ai bambini.
L’alterazione dei modelli di riferimento all’interno della famiglia causa una disarmonia nello sviluppo e diventa fonte di una pericolosa confusione